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Channel: Serena Cevenini
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Il mio piccolo business con un cuore

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Ultimamente aggiorno poco il sito e sono meno presente sui social network (a parte Instagram!), e la ragione è che mi sto preparando a un impegnativo rebranding.

Il perchè lo spiega alla perfezione Giulia di Bianco Concept store e la cito perchè non saprei usare parole migliori.

“Ferma non ci so stare, ho bisogno di essere in continuo movimento, ho bisogno di progettare e creare cose belle come ho bisogno di respirare. Chi non mi conosce bene mi guarda perplesso e non capisce il mio bisogno di realizzare. Chi mi conosce bene mi guarda e sorride. Sono emozionata e felice. Sono stanca, ma non mi pesa e sono grata alla vita che mi ha dato la possibilità di inseguire i miei sogni e il coraggio per farlo.”

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Dopo il workshop di Nadia Meli è iniziato un processo stressante e faticoso, quel tipo di processo che ti spinge a scrivere su mille quaderni, aprire continuamente EverNote e fare liste, passare ore al Ruggine con un Moscow Mule in mano, e domande che partono da “qual è il mio why” e finiscono con l’arrivare a conversazioni sul senso della vita e sul perché i pop corn del Ruggine sono così buoni e pieni di burro.

Durante questi momenti ho preso alcune decisioni folli, soprattutto per il 2015 – quello che io chiamo “l’anno della casa e del design nordico” anche detto “L’anno delle grandi spese e dei weekend all’Ikea”.  Le mie decisioni folli comportano un rebranding con persone con cui non pensavo avrei mai lavorato nella vita, persone che il caso o chiamiamola come volete, ha portato proprio qui, proprio ora. Quindi nell'”anno della casa”, ho preso l’occasione al volo e seppure con un brivido di ansia, mi sono lanciata in un processo di cui vedrete i frutti probabilmente dopo settembre.

Spingersi oltre i propri limiti, andare continuamente un po’ più in là, fa parte del lavoro, rischiare anche.  Considerazioni puramente fiscali e poco romantiche invece, mi hanno portata a comprendere che è davvero ora di fare IL SALTO, quindi sì, viva il cambiamento e chi lo supporta.

Avete mai provato a farvi delle domande serie sul vostro lavoro? Parlando con grossi creativi, mi sono resa conto che certe domande non me le ero mai poste davvero e ho sudato parecchio per arrivare al cuore del problema.

Perché fai quello che fai? Perché ti alzi alla mattina e perché a qualcuno dovrebbe importare? La risposta non è il guadagno, quello è un effetto, non è un motivo.

Senza queste risposte, senza scavare a fondo faticosamente, il lavoro di un creativo resterà sempre e solamente simile a tanti altri. Mi piace molto come Enrica Crivello definisce i suoi clienti: Piccoli Business con un cuore. Ecco io mi sento così e per continuare ad avere cuore, ho bisogno di non perdere passione e lavorare sempre più nella direzione di ciò che sono veramente.

Rebranding

Quando sono stata obbligata a descrivere quello che sono, cosa voglio, dove sto andando e chi sono i miei clienti (i MIEI non quelli di Jonas Peterson o di qualunque altro fotografo al mondo), il pulsante giusto è stato premuto e così le scelte sono diventate naturali.

La prima scelta è stata quella di rivolgermi a professionisti per alcune novità legate alla mia immagine che mi stanno veramente a cuore, la seconda è stata quella di acquistare un programma che mi aiuti a organizzare il mio lavoro, la terza mi porterà a differenziare i settori in cui amo lavorare: i matrimoni, il ritratto di famiglia e una new entry: il ritratto creativo per i creativi, che suona davvero bene. 

Il 2015 per me sarà sempre l’anno in cui la mia vita è cambiata, il mio lavoro dopo due anni di fatiche ha iniziato a prendere la forma giusta, la nostra casa ha preso forma, tutto forse alla fine si incastrerà – perché come l’Ikea insegna se devi forzarlo non lo stai montando bene, se restano viti non l’hai montato bene, se tutto si incastra naturalmente è perfetto.

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